CUCINA SONORA
l'unione tra analogico e digitale, tra classico ed elettronico, tra passato e futuro
per concepire meglio il presente
Pietro Spinelli è un pianista e producer: nel suo mondo non c’è differenza tra analogico e digitale, classico ed elettronico come dimostra il suo album “Evasione” (2017) il cui singolo omonimo è stato remixato da Francesco Farfa su Toys for Kids. Cucina Sonora ha condiviso il palco con Godblesscomputers, Machweo, Aucan e Go Dugong, esibendosi su alcuni dei palchi e festival più importanti di Italia. Attualmente Pietro è il tastierista live della band di RKomi.
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Un dialogo tra il pianoforte, i synth elettronici, i suoni della notte e le luci e le ombre che si agitano nel proprio inconscio: è questo l’universo attorno a cui si muove “Notte”, il nuovo album di Cucina Sonora.
 
"Notte è sicuramente il lavoro più complesso che abbia realizzato, per una serie di fattori. Ho iniziato a scrivere questi brani di notte, senza una ragione precisa, e gradualmente il setting che mi circondava ha iniziato ad influenzare in maniera prepotente le mie composizioni. Ogni brano è diventato così una “risposta” che ho elaborato alle diverse fasi della notte o del sogno che mi sono trovato ad affrontare durante la lavorazione”.
L’album è un percorso all’interno delle diverse stanze, fisiche e mentali, che Cucina Sonora ha attraversato in questo suo rapporto ravvicinato con il concetto di notte.

Si inizia incontrando stimoli e suoni che rimandano ad una dimensione da club, in “Notte Sveglia” e “High”, brani in cui attraverso profondi wobble-bass e improvvise salite tonali si evidenza un rapporto ancora legato all’esperire fisico della notte. Esperienza i cui contorni sfumano gradualmente nella suite di “Onironauta”, che apre le porte ad un viaggio che inizia a consumarsi verso il proprio interno. L’incedere elegante e tagliente della title-track del disco, “Notte”, si fa portavoce di un cambio di paradigma anche nell’utilizzo dello strumento, il piano diventa più timido, i colori sono più morbidi, e si entra così nella dimensione centrale del lavoro, quella che indaga l’esperienza dei sogni lucidi: da “REM” a “Incubo”, passando per “Dormiveglia” e “Ripeti, ci si perde si tra il mondo che stiamo lasciando e quello in cui stiamo entrando, tra saliscendi ritmici e orizzonti lontani evocati dalle note di piano e di synth.
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