"Con Bunker - racconta Eakos - ho voluto mettere a fuoco una cosa che spesso ci sfugge: che il nostro “io” conta, che prenderci cura di noi stessi non è egoismo, ma sopravvivenza. Eppure, allo stesso tempo, non possiamo dimenticarci degli altri.
È un equilibrio complicato, vero? Per anni mi sono chiesto dove finivo io e dove iniziava il mondo attorno. Ho avuto momenti in cui mi sono chiuso, in cui mi sono nascosto per non sentire, per non esplodere.
E Bunker, in un certo senso, è nato lì dentro.
È un brano che parla di quel posto sicuro che a volte può essere anche una gabbia, dove cerchi di ritrovarti, ma anche di non perderti del tutto. Perché alla fine siamo sistemi che collassano e si salvano insieme. E se non metti in salvo almeno una parte di te, cosa puoi offrire agli altri?”
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